Il Battuto Ravegnano
“e’ batù ravge’ ”
Questa ricetta, nasce durante una delle più tipiche serate conviviali fra amici che amano la buona tavola, la buona compagnia e, come si conviene, anche il buon vino.
Ed è così, che un giorno, a briglia sciolta e forse, “sotto i benefici effetti degli etilici effluvi…”, Io (Mario), Mauro (Zanarini), Franco (Chiarini), Angela (Schiavina), Renzo (Amadei), fra fantasia e ispirazione, fra congetture e sorsi di quel buon “santo” rosso e generoso, nasce l’idea. La ricetta arriva, però, quando per amore e per diletto qualcuno decide che quel “battuto” non dovesse rimanere a beneficio di pochi intimi ma potesse essere messaggero dei sapori e dei piaceri della nostra terra forte e gentile “nostra ad nò, forta e zentila”…, la definiva il Poeta santalbertese stecchetti (al secolo Olindo Guerrini).
Il Giusto equilibrio d’aromatiche erbe di pineta, il dolce e resinoso gusto del nobile pinolo, la rotonda sapidità dei formaggi ed una misuratissima dose aromatica di scalogno, quel tanto di sale (rigorosamente delle saline Camillone di Cervia) e la generosa quantità d’olio buono (sì da esaltar gli aromi ch’egli racchiude), rendono questo “battuto” un piacevole condimento che si fa apprezzare e ricordare sin dal suo primo assaggio.
Eletto sposo dello strozzaprete, il battuto ravegnano si adatta egregiamente ad ogni tipo di pasta, sia fatta in casa (tagliolini all’uovo) che secca, ma lo si può anche gustare su di un classico triagolo di piadina romagnola (quella fatta a Ravenna) ancora fumante..
Il battuto ravegnano è il primo nato e prodotto con le stesse caratteristiche di quello originale fatto a mano (sminuzzato con il coltello), quello che i ravennati hanno gustato e apprezzato sin dalle sue origini, in occasione della seconda edizione di Terra di Mare (2003)
Gli ingredienti Rucola, silena inflata (stridoli) pinoli, parmigiano reggian (24 mesi) e/o formaggio di fossa stagionato, scalogno (giusto l’odore), olio extravergine di oliva, sale.
Particolare: portare a cottura la pasta (al dente) moderatamente salata, unire la salsa, aggiustare di olio se occorre, una buona manciata di pepe ed una spruzzata di sale dolce di Cervia pestato. Portare in tavola ben caldo e consumare dopo un munito, quando in sale si sarà sciolto.
Il piatto evidenzia una piacevole sapidità, aromaticità ed una buona grassezza. Si consiglia l’ abbinamento con un vino bianco che, per amore di terra e malcelato campanilismo, indicherei in una bella Albana, ma anche in un Pagadebit di buona fattura.
Mario